lunedì 23 febbraio 2015

A volte ritornano: il Ball Tank

Uno dei primi post di questo blog è stato sulla motoruota, il curioso velivolo a motore degli inizi del secolo. Concludevo l'articolo parlando della monoruota a uso militare, e del Ball Tank costruito dai nazisti.


Ebbene, pensate un po': l'idea è tornata di moda.



Il drone qui sopra, chiamato GuardBot e in sviluppo presso una compagnia privata per conto del Marine Corp War Fighting Lab, è capace di nuotare alla velocità di 4 miglia l'ora e correre sulla spiaggia a 20 mph.



Io ne voglio uno. E voi?


lunedì 16 febbraio 2015

Film della serata: 1

Al momento della chiusura di una libreria specializzata in libri rari, un misterioso individuo entra e chiede di un libro da lui sognato. All'improvviso, tutti i libri presenti nella libreria vengono sostituiti da copie del medesimo libro, intitolato "1".

Inizia così il primo lungometraggio di Pater Sparrow, già noto in Ungheria come autore di corti, che imbastisce qui una storia complicata, ricca di rimandi inconsci e citazioni oniriche, che lasciano lo spettatore perplesso e perso in questo caleidoscopio di immagini e narrazione. È un esordio pericoloso per il regista, con un film complicato, che cozza contro la logica dello spettatore, ma che cattura per la ricchezza di idee, sia dal punto di vista visivo che strutturale.

L'investigatore Phil Pitch, dell'RDI (Reality Defence Institute), arrivato sul posto inizia a interrogare gli unici testimoni. Tutti sembrano nascondere qualcosa. Vengono portati alla sede dell'RDI, rappresentato come un istituto psichiatrico; le atmosfere sono sospese e un clima di ambiguità e sospetto si crea sia tra l'investigatore e i testimoni, che ormai sono visti come sospetti, sia tra l'investigatore e i suoi colleghi dell'RDI.


Nel frattempo i media sono venuti in possesso del libro: in esso sono registrati i dati statistici relativi a ogni singola attività umana che avviene nell'arco di un minuto: numero di morti, copulazioni, incidenti, record... L'impatto di tali libro è distruttivo: aumentano i suicidi e il libro viene, inutilmente, proibito in tutto il mondo. La gente non riesce ad accettare che tutta l'esperienza umana sia messa così semplicemente nero su bianco; la nuda verità dell'esistenza umana risulta un peso troppo grande perché il mondo possa sopportarlo.

L'indagine di Pitch non porta ad alcun risultato, anzi si inizia a sospettare che pure lui sia coinvolto nella misteriosa apparizione del libro. L'investigatore prova un tentativo estremo: dopo aver dato da leggere il libro ai sospettati, essi vengono fatti addormentare e i loro sogni scrutati al fine di determinare chi è l'autore. L'impossibilità di trovare una soluzione al caso porterà alla pazzia i sospetti e Pitch stesso: egli segue i sospettati nei loro sogni e si trova a vivere con loro in un mondo onirico collettivo.

Il mistero non viene svelato, e per questo motivo lo spettatore potrebbe sentirsi tradito; in realtà lo scopo del film non è presentare un'indagine razionale e scientifica, come telefilm quali CSI o X-Files ci hanno abituato, ma intrappolare lo spettatore in un caleidoscopio di immagini e sensazioni. Come in un caleidoscopio, ogni volta si vede un'immagine diversa, rispecchiata e declinata in infinite variazioni. La storia di "1" è come un frattale, puoi prenderne una singola parte e avere una rappresentazione del tutto.


Il film è tratto da un racconto di Stanislaw Lem, "One Human Minute", a sua volta privo di trama. In "One Human Minute" Lem sosteneva che sarebbe stato impossibile trarre un film da quel testo. Sparrow l'ha presa come una sfida, e ne ha tratto un film molto personale, che bisogna vivere piuttosto che cercare di decifrare.

"1" è un film che giudico interessante e godibilissimo, a patto che non ci si spaventi dalla mancanza di senso, dal mistero irrisolvibile, dalla lingua ungherese, e, sopratutto, che non ci si perda nella sua struttura labirintica e autoreferenziale.


lunedì 9 febbraio 2015

Neverending Nightmares

Questa settimana vi consiglio un videogioco, Neverending Nightmares, che ho recensito per Horror Magazine.

Una persona con seri problemi di depressione, disturbi ossessivi compulsivi, insonnia, ansia e fobie, che cerca di sopravvivere nonostante la vita le appaia nera e senza speranza: non stiamo parlando di un personaggio di un videogioco horror, ma del suo autore, Matt Gilgenbach, creatore di Neverending Nightmares per conto dello sviluppatore indipendente Infinitap Games.

Eccovi alcuni screenshot del gioco:





lunedì 2 febbraio 2015

Terminus Septentrionalis


Il tempo è splendido. La nave che mi deve portare ancora più al nord tarda ad arrivare. Decido quindi di uscire per fare due passi per Hammerfest, nella contea norvegese di Finnmark.

Tanta neve (siamo a metà marzo), ma poco freddo (solo zero gradi). Mi trovo in uno dei centri abitati più a nord del mondo: 70° 39' 48" N. Il genere di posto che si raggiunge solo con aeroplanini traballanti e piste di atterraggio dai contorni non ben definiti.


Ovviamente non mi accontento del centro cittadino (ma quando mai!) e finisco in periferia.
Non che sia una lunga camminata: un quarto d'ora al massimo, con vista sulla splendida baia e le montagne circostanti.


Faccio qualche scoperta interessante, tipo una deliziosa nave abbandonata.

Si tratta della Vestis, una vascello costruito nel 1945 e riconvertito nel 1958 per la caccia alle foche. La nave è qui ferma dal 1993, un pezzo di storia locale lasciato in abbandono. Qualcuno propone anche di bruciarla per fare spazio all'espansione edilizia di Hammerfest. Non sono favorevole all'andare in giro ad ammazzare foche (o trichechi o altri pinnipedi) ma comunque penso che i ricordi del passato vadano conservati e i manufatti storici debbano essere conservati.

Comunque anche arrugginita ha il suo fascino.

Cammina cammina arrivo dall'altra parte della baia, nel comune di Fuglenes, e mi trovo davanti una misteriosa colonna che attira subito la mia attenzione.

  
"Terminus Septentrionalis"... ora mi sembra proprio di essere andato in capo al mondo!

Si tratta, come scopro chiacchierando con una gentile studentessa di infermeria*, del punto più settentrionale dell'Arco Geodetico di Struve, una serie di triangolazioni geodetiche che vanno da Ismail sul Mar Nero fino al nord della Norvegia. Il buon scienziato russo Friedrich Georg Wilhelm Struve compì questi rilievi dal 1816 al 1855, con lo scopo di determinare le corrette dimensioni e forma del pianeta Terra.

Vi pare poco?

Ogni punto della triangolazione è stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità.


Grosse nuvole iniziano ad avanzare da nord. Prendo congedo dalla gentilissima (e biondissima) aspirante infermiera con l'intenzione di ritornare al sicuro quanto prima.

Troppo tardi, vengo sorpreso da una tempesta di neve.


Ma non preoccupatevi. Sono sopravvissuto. E la nave mi ha portato molto più a nord... un po' oltre i 75° gradi.

E voi? Qual è il punto più a Nord dove siete mai stati?


*Sì, ad Hammerfest c'è un'Università, con un'unica facoltà, quella di Infermieristica.

Tutte le foto sono copyright © 2015 Mechanical Ambassador